Il settore Wedding è a rischio default, stime alla mano, nel 2020 in Italia, erano stati programmati 219.405 matrimoni di cui 210.258 italiani e 9.147 stranieri, con un fatturato diretto complessivo di 10 miliardi Soltanto nelle prime 24 ore dalla firma del nuovo Dpcm (13 ottobre 2020) che ricordiamo permette per i matrimoni, comunioni o battesimi, di poter festeggiare per un numero assolutamente non superiore a 30 invitati, tutti gli operatori della filiera hanno ricevuto disdette da parte degli sposi, fortemente scoraggiati all’idea di festeggiare il giorno più bello della loro vita, circondati da un’atmosfera di terrore. Da marzo sono stati cancellati circa 65 mila matrimoni e circa 200 mila eventi di altra natura, e forte era l'attesa rispetto alla prevista ripresa a partire dall’autunno.“
“Nessuna sposa sogna di entrare in una chiesa vuota"

Un colpo ancora più duro di quello dell’inizio della pandemia, da parte del Governo centrale, che sembra non solo essere sordo alle richieste di aiuto di tutto il settore, ma soprattutto cieco al contesto generale.
Atelier, società di catering, location per eventi, organizzatori d’eventi, agenzie di viaggi, musicisti, parrucchieri e ancora fiorai, 300 mila dipendenti tra impiegati stabili e stagionali, non sono solo aziende ma persone che continuano a chiedere a voce alta di non essere lasciati soli, prima di rischiare seriamente il default e sprofondare nella povertà per sempre.
Da marzo sono stati cancellati circa 65 mila matrimoni e circa 200 mila eventi di altra natura, e forte era l'attesa rispetto alla prevista ripresa a partire dall’autunno.“ "La perdita per il settore - aggiunge il vicepresidente di Federmep, Pasquale Mazzei - ammonta a circa 20 miliardi, senza contare l’indotto. Oltre al mancato guadagno e alle perdite dirette per le cerimonie dei prossimi giorni, c’è un altro aspetto di cui tener conto: siamo, infatti, inondati di richieste disperate da parte degli sposi e delle famiglie che avevano in programma cerimonie e feste.“
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